Il docente progettista della formazione

di Alessandro Citro

La sostanziale e rilevante innovazione che negli ultimi anni si è sviluppata nella identificazione della figura dell'insegnante è stata il suo graduale, e ormai irrinunciabile, profilo professionale.

Accantonando l'idea del docente mosso dalla vocazione e da uno spirito apostolico per l'espletamento di una missione dai contorni indistinti, oggigiorno, la figura dell'insegnante, si profila come il precipitato di un addestramento professionale e scientifico di lunga durata, il long life learning, ponendo sempre come fulcri orientativi la dimensione etica e quella valoriale.

L'obiettivo formativo che si insegue per la piena e consapevole concretizzazione di questa figura viene raggiunto grazie all'insieme di attitudini e competenze che pongono l'accento sugli aspetti di piena padronanza della disciplina di pertinenza, senza tralasciare la dimensione pedagogica, psicologica e didattica e rimarcando, parimenti, gli aspetti organizzativi e progettuali che fanno assurgere il docente a mediatore di alfabetizzazione e socializzazione, condizione ormai irrinunciabile in un modello di scuola che voglia assumersi le proprie responsabilità sulla formazione di soggetti preparati ad affrontare le sfide del tempo odierno, fornendo loro una prospettiva valoriale dentro la quale si identifichino, assumendosi responsabilità che facciano rivendicare i propri diritti e assolvere anche i doveri necessari.

Pur riconoscendo che il docente è marcatamente condizionato nella esplicazione della sua funzione dai modelli di organizzazione didattica presenti nella fase della sua formazione, nella nuova scuola dell' autonomia, fondata sulla collegialità e assemblearità, la figura dell' insegnante è considerata non come operatore individuale ma come componente di un'equipe che interagisce con gli allievi in un ambiente educativo che responsabilizzi individualmente l'allievo, consentendogli di co-determinare il proprio progetto formativo.

In ogni modo, le riforme e le trasformazioni che si vogliono attuare nella scuola non dovrebbero essere calate dall'alto ma dovrebbero, logicamente, essere filtrate dagli insegnanti che sono il volano di queste attuazioni. Le date che hanno avuto un significato profondo nella scuola degli ultimi anni e che hanno richiesto rilevanti modificazioni all'identità del docente si riferiscono agli anni Settanta¬ - dalla 820/71 sul tempopieno fino alle norme della 517/77 - e gli anni Novanta - dal Progetto Educativo d'Istituto alla Autonomia scolastica e al Piano dell'Offerta Formativa- POF -.

Saranno i decreti delegati che attueranno una rivoluzione tolemaica nell'ambito della scuola. Non

sarà più centrale il momento dell'insegnamento bensì quello dell'apprendimento.

Soltanto se si realizza quest'ultimo si raggiungerà il fine che una nuova educazione scolastica si prefigge.

Inoltre, si avvierà quella che verrà definita come educazione- formazione in cui prevale il metodo di studio per acquisire conoscenze e competenze autonomamente, piuttosto che la vecchia educazione¬-istruzione in cui meccanicamente si immagazzinano conoscenze.

E' questo il passaggio decisivo che introduce la trasformazione del ruolo docente, sempre più inteso come progettista della formazione.

 

Cosa deve sapere e saper fare un buon insegnante oggi, su cosa deve esser fondata la sua professionalità?

Andando per grandi linee, si può dire che l'attenzione deve essere centrata su:

a) Area disciplinare e suoi collegamenti col resto dei saperi (il tutto in rapida evoluzione)

b) Innovazione metodologica, formativa, curriculare, e quindi capacità progettuali e metodologico-didattiche, decisive per percorsi formativi efficaci, al passo coi tempi, sempre più individualizzati e centrati sul discente

c) Area comunicativo-relazionale, fondamentale per un'attività che per sua natura si basa su capacita comunicative e di relazione, e che sempre più privilegia, strutturalmente, momenti collegiali e di lavoro in equipe

d) Aspetti organizzativo/gestionali, con particolare riferimento alla gestione di risorse umane, negoziazione-pianificazione di attività con attenzione alle prospettive ed esigenze altrui e, trasversali a queste, capacità riflessive, di monitoraggio e valutazione di processi, di gestione delle informazioni, documentative.

 

Una professionalità complessa quindi, com'è naturale per un mestiere legato alla qualità della vita delle persone e la cui libertà è spesso tutelata per legge dalle Costituzioni dei Paesi moderni. Come fare per soddisfare richieste di tale complessità?

Il problema è all'ordine del giorno un po' in tutti i Paesi, che per questo hanno adottato soluzioni diverse, da istituti di livello universitario come gli IUFM francesi (Instituts Universitaires de Formation des Maitres) ad apposite agenzie come la TTA inglese (Teacher Training Agency), ad altre strutture ancora, ma ponendo comunque il tema al centro delle strategie di governo.

 

 

Negli USA il presidente Bush nel suo discorso sullo Stato dell'Unione del gennaio 2002 ha promesso "a quality teacher in every classroom", e il report annuale del Dipartimento della Educazione per il 2002 affronta temi fondamentali da questo punto di vista ossia come affrontare la sfida per insegnanti altamente qualificati, come prepararli e certificarli, poiché gli studenti migliori non sono attratti dalla professione docente, come migliorare le politiche verso gli insegnanti dei vari Stati dell'Unione, etc. Il Presidente Obama invece nel suo discorso di accettazione della nomination a Presidente dell’ agosto 2008 pone quattro obiettivi fondamentali del suo programma:

Reclutamento: Borse di studio per i 4 anni di formazione iniziale degli insegnanti, correlate all’obbligo di insegnare per almeno 4 anni in zone a rischio.

Formazione degli insegnanti: tutti gli istituti di formazione degli insegnanti dovranno essere accreditati. Sarà creata una valutazione nazionale volontaria, nonchè anche programmi di formazione residenziale per preparare al meglio almeno 30.000 nuovi insegnanti.

Trattenere gli insegnanti: saranno estesi i programmi di tutoraggio svolti da insegnanti nei confronti di altri insegnanti

Premiare gli insegnanti: i distretti appronteranno specifici programmi per premiare, con un aumento della retribuzione: 1) i docenti che svolgono la funzione di mentore per i nuovi assunti, 2) gli insegnanti che insegnano in posti scomodi e disastrati, come zone rurali o le periferie delle grandi città, 3) gli insegnanti che eccellono in classe.

 

In Italia, per ora, ci si è limitati sostanzialmente a formare gli insegnanti sul punto a), o meglio su parte del punto a), cioè sulle competenze disciplinari all'inizio della professione, lasciando tutto il resto alla buona volontà dei singoli, senza nessun riconoscimento di carriera o altro per la professionalità acquisita, col risultato di una formazione docenti "occasionale", non sistemica, e quindi del tutto inadeguata alle necessità qualitative e quantitative della formazione di giovani e- non in un Paese moderno.

Vita asfittica hanno avuto poi, per una serie di ragioni storico-sociali che non è ora il caso di ricordare, le associazioni professionali degli insegnanti che in parte hanno supplito e suppliscono alla mancanza di una politica di formazione, ma che, nonostante l'attuale tendenza a una maggiore espansione, sono ancora lontane dal raggiungere numeri significativi di docenti.

D'altra parte le "Linee guida su istruzione e formazione" tracciate dal Consiglio Europeo riunito si a Barcellona nel marzo 2002, prevedevano di «ridurre gli ostacoli normativi e amministrativi al riconoscimento professionale» al fine di «promuovere la dimensione europea dell'insegnamento».

Ciò rende non più procrastinabile, anche in Italia, scelte volte a rendere gli insegnanti professionisti di un importante servizio alla persona - quello della formazione individuale - sia che operino in scuole gestite dallo stato, regioni o comuni, sia in scuole paritarie o private, e che insegnino a individui o a gruppi, a giovani o adulti.

 

 

 

Ciascuno infatti, in ogni occasione, ha diritto a prestazioni rispondenti a precisi standard di qualità, messe in atto da professionisti in grado di approntare nella situazione specifica gli strumenti migliori messi a disposizione dalla pratica professionale dell' epoca.

In tal quadro è evidente che la soluzione della questione docente è legata a un efficace sistema di formazione - iniziale e continua - degli insegnanti, e alla possibilità di un sistema formativo agile, articolato, adatto sia alle esigenze dei giovani che a quelle dell lifelong learning, in divenire, anche se saldamente ancorato ai nuclei concettuali forti dei vari saperi.

Per questo sono essenziali strutture per la formazione iniziale e continua degli insegnanti, dinamiche autoadattabili, in cui convergano i migliori know-how formativi nazionali e le best practices dell'attività docente, valorizzando le esperienze acquisite, preferendo modelli integrati studio/lavoro, certificando crediti utilizzabili per la progressione di carriera, ecc. , e un sistema di istruzione che permetta agli insegnanti l' esplicitazione di performance professionali in linea con la domanda di istruzione e formazione di giovani e adulti, al passo con la complessità e l'articolazione della realtà dei nostri giorni, utili per vivere in un'economia sempre più basata sulla conoscenza, e per una qualità della vita all'altezza delle possibilità del nostro XXI secolo.

Il modello del docente progettista della formazione, alla luce di quelli che sono stati i cambiamenti istituzionali della formazione docente, potrebbe rappresentare una ipotesi formativa del nostro tempo, legata alle trasformazioni del sapere pedagogico e del sistema scolastico attuale.

L'analisi del processo formativo del soggetto è il risultato più completo delle teorie psicologiche e pedagogiche, in quanto è espressione di varie fasi della vita scolastica e affettiva dello studente: la crescita biopsicologica, la motivazione, l'intenzionalità, l'azione pratica e gli eventi dell'ambiente familiare, scolastico ed extrascolastico.

Queste varie fasi esprimono la complessità dell'apprendimento umano, espressione anche delle "intelligenze multiple", così come le ha definite Gardner, sviluppando l'idea deweyana delle facoltà non espresse dal soggetto e che possono essere le più diversificate.

Proprio perché la formazione è complessa, un docente deve lavorare su ogni soggettività individuale considerando le sue complesse trasformazioni che spesso possono determinare disagi, devianze che sono disorientanti per la persona e le sue attività.

Progettare la formazione unica e irripetibile del soggetto, significa considerare ogni singolo studente di una classe per orientare le sue scelte future, comprendendo la complessità e la specificità della sua formazione. Significa rilanciare il concetto di classe come "laboratorio della democrazia" in cui non bisogna soltanto creare un ambiente educativo di apprendimento per la competizione, di tradizione liberale, secondo cui sono da premiare soltanto i migliori talenti, ma è necessario offrire ad ogni studente non solo le uguali opportunità di partenza, ma anche il diritto allo studio, all'apprendimento per tutta la vita e ad un orientamento alle scelte future professionali e legate alla vita extrascolastica.