...quelle toppe di inesistenza, calce o cenere...
La pagina di Giuseppe Magurno
Giuseppe Magurno ha insegnato Italiano e Latino nel liceo classico “Arnaldo” di Brescia. Si è occupato, e si occupa, di letteratura italiana del Novecento, con particolare riguardo per la produzione poetica di tale secolo.
Ha organizzato due convegni di studio su Vittorio Sereni e Camillo Sbarbaro e ne ha curato i relativi Atti (Una futile passione, Brescia, Grafo, 2007; La dorata parmelia. Licheni, poesia e cultura in Camillo Sbarbaro, Roma, Carocci, 2011). Ha inoltre curato (insieme ad altri) il volume “Ad Altezza d’albero. Percorsi di cittadinanza attiva e solidale” (Brescia, GAM, 2014) e le seguenti monografie su alcune vittime della strage di Piazza della Loggia (1974), a Brescia: Luigi. Una storia semplice (Brescia, Gam, 2013); Livia. La ricerca dell’umano (Brescia, Gam, 2014); Giulietta. La tête bien faite (Brescia, GAM, 2014); Alberto. Una questione scientifica (Brescia, Gam, 2015).
Nel 2016 ha pubblicato per GAM altri due testi: Clementina. Una concreta utopia e Euplo, Bartolomeo, Vittorio. Percorsi del lavoro.
Articolo pubblicato sul sito della Rivista Misinta, p. 109
Il tema dei luoghi è sicuramente centrale nella narrativa di Giorgio Bassani (1916-2000), «uno scrittore da ritrovare»[1] dopo le incomprensioni critiche dei primi anni Sessanta, in tempi di neoavanguardia e di sperimentalismo. Ed è centrale non soltanto in chiave identitaria e antropologica, se si pensa a Ferrara, la sua città d’origine, ma anche (e soprattutto) dal punto di vista ideativo e genetico, con tutti i risvolti storici e simbolici del caso. Si può partire, per esemplificare, da due citazioni poetiche dello stesso Bassani, il quale amava definirsi 'poeta' piuttosto che narratore o romanziere (e sempre scrisse poesie, prima durante e dopo la sua esperienza di prosatore).
La prima è tratta dalla lirica La porta Rosa, che appartiene alla raccolta Epitaffio, del 1974.
Dalla trasmissione radiofonica Naufraghi ("Radio Onda d'Urto"), Anastasia Guarinoni intervista Giuseppe Magurno su Vittorio Sereni, andata in onda il 22 gennaio 2016.
Frequento da anni, per ragioni professionali e per diletto, librerie e biblioteche. Qui trovo, in genere, quello che cerco. Recentemente, però, frugando tra i testi di un’importante Fondazione culturale, ho trovato un libro che non cercavo e di cui ignoravo, anzi, l’esistenza. Si tratta di I Calabresi nella guerra di Liberazione, a cura di Isolo Sangineto, Cosenza, 1992, voll.1-2.
Alcuni dei lavori di Giuseppe Magurno che ho il piacere di ospitare nel mio blog
LA NARRATIVA RESISTENZIALE: UNA PROPOSTA DIDATTICA
Lettura di Una questione privata di Beppe Fenoglio
Nel corso del 2015, in coincidenza con il cinquantennale della Resistenza, sono stati pubblicati alcuni libri, diversi per genere, stile e dimensioni, su quell’evento storico capitale, che ha consentito il ritorno alla libertà e la nascita della Repubblica italiana su basi democratiche. Mi riferisco, in particolare, al volumetto di Claudio Pavone, La mia Resistenza. Memorie di una giovinezza (Roma, Donzelli, 2015), al saggio di Giovanni De Luna, La Resistenza perfetta (Milano, Feltrinelli, 2015) e alla riedizione del quasi-diario resistenziale di Pietro Chiodi, maestro di Fenoglio, Banditi (Torino, Einaudi, 2015).
Ci sembra utile perciò, sia in relazione alla ricorrenza specifica sia per una più ampia motivazione didattica, proporre un esempio di lettura di un testo narrativo, validato sul ‘campo’ e incentrato sul romanzo breve di Beppe Fenoglio, Una questione privata[1].
28 maggio 1974 - 28 maggio 2012
Discorso letto a colleghi e alunni del liceo classico “Arnaldo” di Brescia, nel cortile della scuola, in occasione del trentottesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia.
Della strage di Piazza della Loggia conservo, nonostante gli anni trascorsi, un ricordo nitido e terribile, che aggalla anche ora con la forza di un’immagine antica.