“La libertà che guida il popolo” di Delacroix e la sua copia

Spunti per una riflessione

«Non c’è bisogno di armi,

di violenze fisiche,

di costrizioni materiali.

Ma uno sguardo. Uno sguardo

che sorveglia e che ciascuno,

sentendolo pesare su di sé,

finirà con l’interiorizzare».

 

Michel Foucault

 

 

La copia di un’opera d’arte è anch’essa opera d’arte? Cosa distingue l’autenticità di un’opera d’arte? E’ sufficiente la perfezione di una riproduzione artistica perché questa diventi opera d’arte? Domande che s’intrecceranno ai contenuti di un’opera straordinaria come fu quella di Eugene Delacroix divenuta modello per la statua della Libertà a New York e duplicata dall’artista di origine cetrarese Antonio Occhiuzzo, su richiesta di un acquirente. “La libertà che guida il popolo” del 1830 nella sua autenticità esprime l’ideologia illuminista e rivoluzionaria rispetto alla storia. Gli spunti di riflessione che propongo non riguardano l’inganno di fronte al quale può trovarsi un collezionista o uno storico dell’arte, ma s’insinuano nel linguaggio contemporaneo di critica estetica prendendo come riferimento alcuni spunti offerti dall’opera di Theodor W. Adorno.

 

La riproduzione di un’opera d’arte ne veicola il simbolismo aggungendovi una fruizione che può ritenersi intrinseca alla sfera del consumo. Il suo potenziale emancipativo si liquifica implodendo nella cultura di massa. Copia di sentimenti e significati, riproduce nella gestualità del segno una stratificazione 'semantica' dell’immagine aggiungendo e negando allo stesso tempo in un’alternanza di espedienti mentali e scenici atti a trasferire una vericidità nella falsificazione, al limite di un ascolto controllato sul piano tecnico. Sfugge invece sul piano etico. La mercificazione dell’immagine tradisce il suo significato originario, pur mantenendone intatti i particolari della protesta. Paradossalmente anche qui si avvera l’idea di conformismo di adorniana memoria, si riproduce il mitologico che assurge ad ideale.

 

La dimensione utopica perde la propria originalità per dare vita a uno stereotipo, al rafforzamento di una prassi conformistica, languida di tratti lontani dalle avanguardie e che scende a compromessi con l’irrisolto della nostra realtà. La copia non può parlare agli uomini di allora, non aggiunge niente alla verità contemporanea neppure in termini critici. E’ semmai un’esperienza estetica dell’artista che s’immerge nel già creato urtando contro le proprie sensibilità artistiche.

La razionalità e la dialettica forma-natura insiti nell’originale perdono vigore, si nientificano in un eccesso di zelo che non è neppure continuità, ma annullamento di priorità, contenimento della diversità in un segno “ammaestrato” da linee già definite e dettate da un precedente storico.

 

Pertanto bisogna distinguere i due piani che sono intrinseci nella copia: il rimando continuo all’originale e al suo significato e ciò che rappresenta nel momento della sua reificazione. Se uno scarto è possibile, lo sarà solo nel primo caso, nel contenuto sedimentato laddove appariva per la prima volta, nel concetto di memoria cui la copia stessa trova motivo di vitalità e speranza. In questo partecipa alla temporalità “altra”, rimandando a quel dionisiaco che era stato impresso in quella forma. Ma qui, nella copia, l’apollineo ha il suo apogeo, s’identifica con il noto e il già noto, brillando nella fulgidezza dei colori e nelle linee ripetitive, privandosi di ogni interpretazione estemporanea costretta alla solitudine di un sé.

 

Francesca Rennis

 

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Bibliografia Minima

T. W. Adorno, Teoria estetica, Einaudi, Torino 1975

M Horkheimer-T. W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo, Einaudi, Torino, 1996

 

Sitografia

http://mondodomani.org/dialegesthai/aal01.htm#nota3

 

 


L’opera di Antonio Occhiuzzo è stata discussa in un convegno del Centro filosofico internazionale Karl-Otto Apel di Acquappesa (CS) il 29 ottobre 2011, presso la Colonia S. Benedetto di Cetraro. La presentazione, a cura dell’esperto d’arte Carlo Andreoli con interventi, coordinati dal presidente dell’associazione e docente Unical Michele Borrelli, dei docenti universitari dello stesso ateneo Giancarlo Costabile, Francesco Bossio, Fabio Stizzo. Saluti di Fabrizio Mollo, assessore alla Cultura del comune di Acquappesa. L’organizzazione dell’evento è stata curata dagli studenti del l’Istituto Tecnico per il Turismo di Acquappesa.