Vedere l'Altro, vedere la Shoah

La mostra a Carolei


Vedere l'Altro, vedere la Shoah. Sesta edizione a Carolei

"Siamo passati dallo sterminio degli ebrei allo sterminio dei diritti"

“Vedere l’altro, vedere la Shoah”, la vernissage mostra fotografica a cura di Alessandra Carelli è stata presentata ieri sera (mercoledì 25 gennaio 2017) presso il Parco storico del Ninfeo di Vadue (Carolei). I caratteri della mostra, da lei curata e sostenuta da un gruppo di lavoro scientifico di diversi docenti accademici e professionisti dell’arte fotografica, ci interrogano su un presente inquieto e lontano da prospettive di inclusione sociale.

 

Riflettori sulla diversità culturale, etnica, religiosa e di genere, che scombinano le coscienze dell’occidente industrializzato per le disparità con cui si presentano all’obiettivo della macchina fotografica rilevando i paradossi della nostra democrazia e che formano una coscienza critica sul presente. La mostra raccoglie foto d’autore che traggono visioni ed emozioni invisibili ad occhio nudo. «Vedere non è un semplice guardare», ha spiegato nella sua relazione Paolo Coen, docente universitario di Teramo che anche come componente della Rete universitaria per il Giorno della memoria, fin da quando insegnava all’UniCal, si è impegnato in percorsi sulla memoria dello sterminio nazista in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. «L’arte – ha continuato Coen – ha la capacità di farci vedere delle cose che normalmente non riusciamo a vedere. Così vedere l’altro ha un forte richiamo semiotico, non è semplicemente guardare. Vedendo l’altro oggi vediamo quei valori che sono sottesi alla memoria della Shoah, senza analogismi. Seppure l’unicità della Shoah non si discuta, deve essere portata nel presente. Questo è il grande insegnamento che ci viene da Israele».

Questo spirito è stato colto dalla foto vincitrice del concorso che ha prodotto la mostra, e che è «più significativa – ha spiegato Cohen - perché scuote le coscienze dal torpore ma senza essere una secchiata d’acqua gelata». Lo sguardo di un uomo nero rivolto verso l’alto con alle spalle il Colosseo Quadrato del periodo fascista è l’effetto dello scatto di Serena Vittorini, giovane fotografa che ha spiegato come quella foto, giunta vincitrice, sia stata la conclusione di un lavoro di vicinanza e dialogo con Gil, il suo vicino di casa d’origine senegalese. Al dibattito hanno partecipato il sindaco della cittadina Franco Greco che ha espresso il suo compiacimento per l’iniziativa che Carolei ospita da due anni e che è promossa dall’Unical e dalla Rete universitaria della Giornata della memoria; Angela Riggio, dirigente Usr, che ha rilevato l’impegno appassionato delle scuole in questi giorni della memoria; Maurizio Alfano, ricercatore Politiche migratorie della Regione Calabria che ha riferito di situazioni al limite in strutture di accoglienza, in cui i diritti umani vengono traditi nella più completa indifferenza e noncuranza. «L’indignazione delle singole persone – ha rilevato – è venuta meno e le foto della mostra sono sintesi di un malessere esterno in cui non esiste più uno stato di diritto. Siamo passati dallo sterminio degli ebrei allo sterminio dei diritti».

 

Francesca Rennis

 

Articolo pubblicato su cosenza informa.it