L'adolescenza, le sue sffaccettature

di Alessandro Citro

L’adolescenza è una fase di mutazione, liquida, indefinita, meravigliosa, che varia a seconda delle sollecitazioni da parte degli adulti e delle restrizioni della società.

 

Un ritardo cronologico nel mondo del lavoro, nel matrimonio e nella genitorialità ha elasticizzato questa fase biologico-esistenziale. Nella società attuale in cui incertezza e precarietà sono gli emblemi caratterizzanti è aumentata la permanenza nelle famiglie di origine, vista la difficoltà d’occupazione, quella economica e culturale, rendendo l’autonomia e l’indipendenza binari non più transitabili visto che, neanche le politiche sociali attuate, hanno mai dato risposta a questo problema.

 

L’adolescente è molto fragile emotivamente e psicologicamente, poiché in perenne evoluzione e se non bene indirizzato e sostenuto sviluppa strategie di difesa a base depressiva o aggressiva. Ha molto importanza la vita immaginaria se la realtà circostante è foriera di frustrazioni, ma proprio in queste situazioni è fondamentale valorizzare da parte dei genitori e degli adulti le sfaccettature positive e prepositive della personalità dell’adolescente.

 

E’ molto importante la sfera affettivo-amorosa in quanto rappresenta lo spartiacque con l’infanzia, la fine di un’epoca in cui i referenti e modelli identificativi non sono più all’interno ma all’esterno del nucleo familiare. Spesso per gli adulti, per i genitori, è complicato rapportarsi con gli adolescenti poiché il loro mondo è spiccatamente autoreferenziale, una sorta di gabbia egosintonica che inibisce e fa temere ogni tipo di rapporto, considerato che l’adolescenza ingloba in sé una potenza eversiva, ribellistica, anarchica che è nello stesso tempo ammirata e detestata dalla generazione dei padri.

 

Anche se esiste il rischio che il predominio educativo “imposto” dal mondo adulto venga messo in discussione dalle giovani generazioni e parimenti, e paradossalmente, la situazione di confusa identità esponga gli adulti ad una concorrenza di vissuto adolescenziale con i diretti interessati, è da osteggiare una razionalità educativa che muova le sue direttrici in maniera determinata e acritica ma bisogna avvalorare ed esaltare, mediante uno sguardo poetico ed emotivo, i dati impliciti, inespressi, reconditi, marginali del vissuto adolescenziale.

 

Proprio essi costituiscono le pietre angolari di una educazione che fonde i vari orizzonti, li sintetizza, li integra e, poeticamente ed emotivamente, li interpreta nelle proprie differenze. In base a ciò molti argomenti e temi “caldi” che affascinano gli adolescenti, come il tema della morte o del rischio, della sfida, ecc.ecc. (e che si cerca di evitare nella discussione) invece necessitano di approfondimento, così come nel caso della morte, in cui lo scambio dialogico è il modo migliore per affrontarla - e in certo qual modo esorcizzarla - nei suoi effetti nefasti, a livello psicologico. Non evitarla, non travestirla, ma parlarne, come qualsiasi altro argomento.

Il senso di vuoto e la fuga interiore che sono alla base del desiderio di morte vanno affrontati dialogicamente, magari se non direttamente dai genitori da figure parentali rassicuranti. Anche la opacizzazione percettiva nei confronti del futuro deve essere al centro del dialogo adulti/adolescenti.

Se in un passato anche recente la tripartizione del tempo biografico (passato, presente, futuro) e di quello sociale era perfettamente sovrapponibile in una sorta di continuum senza interruzioni o divagazioni, nella società attualmente strutturata la cesura tra queste fasi impone un ripensamento delle fasi biografiche, restringendo e depotenziando l’arco temporale del futuro – inimmaginabile – e riformulando il presente puntuale in un presente esteso, temporalmente adiacente, nuovo territorio dell’agire e della gratificazione e appagamento dei desideri. Se l’incertezza, la frammentazione, la precarizzazione, sono ormai le cifre costitutive di un futuro insondabile, i minimi archi di tempo, come passerelle lanciate sul futuro tracciano nuovi orizzonte di senso e libertà, stimolando le personali facoltà operative e di riflessione.

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Tratto dalla Tesi finale Counselor - L’adolescenza di Mary. Un percorso di counseling tra fasi transitorie e prospettive di crescita equilibrata -