La geometria dei frattali metafora di una confusione apparente


I frattali rendono bene la realtà contemporanea. Nati da una mirabile intuizione del matematico franco-americano Benoit Mandelbrot, i frattali si prestano come rappresentazione geometrica della frastagliata realtà fisica e naturale, ma anche di tutti gli aspetti inerenti la realtà sociale e culturale, sempre più complessa. Ben lontani da quella prima rivoluzione scientifica nata dalla lettura galileiana dell’universo come “grandissimo libro scritto in lingua matematica e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche” (Saggiatore), i frattali nascono dalla ripetizione modulare di una stessa struttura su scale diverse. Oggetti di dimensione frazionaria che disegnano e colorano il mondo restituendone nella similitudine una affascinante diversità.

Ecco i motivi per cui avvicino in modo metaforico queste incestuose raffigurazioni con i processi di confusione in atto. Il fractus (dal latino= rotto, spezzato) si ripete dando origine a oggetti che solo in apparenza hanno origine diversa. La realtà che appare così frastagliata, spiegazzata, stropicciata e irregolare trova nei frattali un modello di riferimento. Regolare e irregolare allo stesso tempo. L’immaginazione che rende disomogenee queste figure replica fenomeni tanto complessi da sembrare irriducibili al semplice o addirittura irrazionali.

E questo per la capacità di muoversi dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande su scale di grandezza diverse. Mandelbrot ripeteva spesso "Perché la geometria di solito viene definita fredda e arida? Una delle ragioni è che essa non è in grado di descrivere la forma di una nuvola, una montagna, una linea costiera, un albero". E, come avviene in natura con la riproduzione dei contorni di una foglia o di un fiocco di neve, dando origine così a forme contaminate e meravigliose, in tutti gli ambiti abitati dall’umanità. Le forme si compenetrano, si scambiano, s’integrano originando altre situazioni. I frammenti si radunano, si aprono e trasbordano in altre forme.

La diversità, potrebbe dirsi, è solo apparenza, ben lontana dalla verità delle cose. Alchimie che in effetti nascondono somiglianze, più che differenze. Da questo punto di vista spariscono i confini, i limiti tra culture, frutto invece di arroganza e superficialità. Appare un orizzonte unico, frutto di derivazioni e non di separazioni. E con questo ci viene restituita anche dal punto di vista estetico quella bellezza che abbiamo arginato a puro ideale romantico. Una bellezza indefinibile, straordinaria perché vi comprende anche il singolo uomo.

 

Francesca Rennis