Signoraggio bancario. Un noir ne svela il meccanismo

Recensione al romanzo di Cosimo Massaro

La moneta di Satana

Tabula Fati editore

 

Un noir che sostiene una teoria economica e ne traccia la sostanza recuperandola al presente. Il romanzo di Cosimo Massaro “La moneta di Satana” (Tabula Fati editore, 2010) intreccia i nodi della teoria rivoluzionaria di Giacinto Auriti in una storia che d’inventato ha solo i protagonisti e la trama. Pilastro del racconto fantasioso, ma verosimile, è costituito da concetti che soprattutto in questo momento storico stanno acquisendo un significato di particolare rilievo.

Speculazioni finanziarie, dominio della banche e delle multinazionali, finanziamenti pubblici alle banche. Sempre più spesso ci chiediamo se questo sistema che si vuole mantenere a tutti i costi in vita non stia implodendo e se ci sia una qualche alternativa. L’ideologo, giurista e docente universitario Giacinto Auriti era convinto di poter trasformare il potere esistente teorizzando alcuni concetti come la proprietà popolare e il valore indotto della moneta, e il reddito di cittadinanza di cui verificò la validità in un esperimento cittadino che proiettò la sua fame in quel mondo globalizzato che stava contrastando. Infatti il “SIMEC” (SIMbolo EConometrico) divenne per un periodo la moneta locale del suo paese natale, Guardiagrele in Abruzzo, aprendo la strada ad un’applicazione alternativa della moneta che venne anche apprezzata in America e seguita in quattro paesi tedeschi che, indisturbati dal potere politico adottarono la moneta locale. Coraggio e determinazione che gli avvalsero una nomination al Premio Nobel per l’Economia, ma anche la persecuzione e l’avversione bancaria e giudiziaria. Massaro recupera, trovando il modo semplice di spiegarla attraverso il dialogo tra i protagonisti, la sua impostazione teorica evidenziandone i risvolti pratici e reali. Oltre l’utopia, il modello Auriti, che fu tradotto anche in una proposta di legge presentata il 1993, potrebbe sconvolgere l’attuale sistema bancario e finanziario se la politica riprendesse in mano la buona prassi, quella cioè di distaccarsi dai poteri lobbistici e massonici. Un modello che, rivendicando per ogni cittadino il potere al reddito di cittadinanza, riesce a recuperare il debito pubblico colpendo l’usura legalizzata e normalizzata delle banche. Il libro di Massaro riesce a ripercorrere le tappe storiche di questo sistema che oggi più che mai inferisce un grave colpo sulla vita delle persone cancellandone il diritto di cittadinanza e riducendoli a veri e propri sudditi. Il richiamo a questa forma di consapevolezza è basilare per poter trasformare il sistema.

«Quando si adotterà una moneta di proprietà del popolo cambierà tutta l’economia perché finalmente si avrà una vera e leale concorrenza tra imprese, attualmente falsata dal dominio delle multinazionali. In seguito ognuno riuscirà a fare il lavoro che gli piace e quello per cui è più portato. In pratica, tutti noi, facendo sfruttare i nostri talenti contribuiremo contemporaneamente alla creazione del valore monetario di beni e servizi. Di conseguenza nascerà il reddito di cittadinanza che verrà assegnato ad ognuno di noi tra mite un codice dei redditi sociali. Riappropriandosi della sovranità monetaria, lo Stato potrà pagare quello che occorre, ad esempio per il pubblico impiego, investendo in infrastrutture per la scuola, per la sanità, ecc… Solo la restante somma verrà distribuita come reddito di cittadinanza per dare dignità all’uomo. Questo farebbe sparire per prima cosa il debito pubblico, che viene utilizzato come “la spada di Damocle” posta sulla testa di tutti noi».

La complessità della teoria viene sbriciolata in un dialogo semplice, capace di spiegare i risvolti più complicati come la creazione del denaro, l’utilità di mantenere la sudditanza e il sistema, il nuovo ruolo delle banche, l’attribuzione di valore alla moneta. Meccanismi perversi che ricadono sull’uomo inerme che Cosimo Massaro ha voluto portare alla conoscenza di tutti attivandosi, prima che come scrittore che vive e lavora in Manduria, come cittadino impegnato al recupero del bene pubblico.

 

 

La trama. Un noto giornalista RAI, Enrico Costa, viene ritrovato ucciso nel suo appartamento. Le indagine del caso rivelano subito che la vittima risultava scomoda a grossi poteri massonici-mafiosi; egli infatti stava lavorando su una scottante inchiesta, affiancato nelle ricerche dal suo collaboratore e archeologo Alessandro Matus, uomo poliedrico, dinamico e grintoso. Sarà proprio quest'ultimo a far luce sulla colossale truffa conosciuta con il nome di Signoraggio. Egli spiegherà come un sistema diabolico, ideato oltre trecento anni fa da una élite massonico-bancaria per soggiogare tutti i popoli del mondo, riesca ancora oggi a persistere.

 

 

Francesca Rennis